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Il segreto del nostro pollo raccontato....

Voglio condividere con voi una storia. Una storia di verità e umiltà scritta da chi fa marketing di professione e scopre o riscopre il marketing genuino e LOW del pollo allo spiedo.



Prodotto eccellente

il pollo del signor Walter è, prima di tutto, buonissimo. E fare un prodotto eccellente è la chiave per un Low Marketing di successo, ma qualcuno non lo ha ancora capito, e pensa che tutto si possa vendere.


Un grande segreto

Alla base della strategia commerciale della polleria daWalter c’è un grande segreto: un trito di spezie che vengono inserite nel pollo in modo da poterlo rendere davvero saporito. Questo segreto (quali spezie? dove lo prende? lo fa lui?), però, è meno importante rispetto al segreto primario: il suo pollo è più buono di qualsiasi altro pollo che si può comprare nei paraggi, anche quelli che non sono proprio “nei paraggi“. La qualità del prodotto è un tema fondamentale, e non deve essere solo percepito “teoricamente”, ma deve essere una certezza e una garanzia: chi va a comprare il pollo da Walter, sa bene che quello che si porterà a casa è un prodotto eccellente.



Potrebbe costare anche più

di un altro pollo allo spiedo, perché è più buono, ma il pollo di Walter costa anche meno. Se non sbaglio, un pollo allo spiedo costa 6 euro; meno di un panino mal scaldato e fatto ore e ore prima in un bar di periferia, e con un pollo ci si mangia in due. Costa così poco che ci si stupisce, e lo stupore iniziale però si trasforma in fidelizzazione: in questi periodi di magra, poter ingrassare a costo molto basso è un lusso su cui non si può scherzare. Mezzo pollo costa quasi meno che una colazione con il cappuccino e la brioche. Qualità altissima, prezzo basso: la formula di Walter è vincente.


Alla polleria di Walter lavora la figlia, un socio e 2 signore (azdore). Sono tutti sorridenti, gentili, e sono lì da tantissimi anni. Questo significa che la scelta dei collaboratori è ‘pensata’, così come la loro formazione (e chi dice che per “vendere un pollo” non serva tanto… si sbaglia: una delle maggiori mancanze, specialmente nel nostro Paese, è quella di sapere il proprio ruolo: troppi commessi che si credono superiori ai clienti, che non sono capaci di sorridere, che non mettono a proprio agio le persone). E’ strategia aziendale essere capace di gestire i collaboratori, che si trasforma in una ottimizzazione del processo del lavoro, e di conseguenza in una strada vincente dal punto di vista del successo di vendita (marketing e Low Marketing arriva solo dopo struttura aziendale, dopo le idee, dopo l’ottimizzazione del processo. Non prima, come molti credono).


Il pollo caldo, appena sfornato

ha un enorme target di utenti: ad esclusione dei vegetariani, dei vegani, dei fruttariani e di chi ha eventuali antipatie, allergie o intolleranze per il pollo (tutti insieme, una percentuale minima nel globale), tutti amano il pollo, e questo significa che vendere un prodotto richiesto (tanto) dal mercato è un elemento di strategia non indifferente.La “Lezione” di Low Marketing che ci viene dal signor Walter e dai suoi polli allo spiedo, per chi davvero si vuole occupare di fatti concreti (e prima ancora di strategia aziendale) è, in sintesi:


1) Vendere un prodotto di elevata qualità (perché le persone capiscono la differenza tra alta e bassa qualità, non sono stupide)

2) Proporre un eccezionale rapporto qualità-prezzo (e non vuol dire vendere sottocosto o a basso costo)

3) Creare un gruppo di collaboratori sui quali poter contare (e non pensare che siamo “sufficienti” per tutto)

4) Accettare anche di “sporcarsi le mani” facendo qualcosa che potrebbe sembrare umile, ma non cadere nel rischio dell’avere la puzza sotto il naso (e quindi di credersi superiori agli altri).


libero adattamento da Jumper - Luca Pianigiani

 
 
 

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